Il decreto Alfano è stato inasprito e la decisione è strettamente legata ai tragici fatti della finale di Coppa Italia. Non a caso il Ministro dell’Interno, al termine del consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto, ha commentato così:
“L’obiettivo del decreto è quello di restituire il pallone agli italiani e far giocare metaforicamente i bambini. Quello che è avvenuto all’Olimpico non si deve più verificare.”
Un auspicio che ha generato l’inasprimento del daspo per i recidivi: la durata minima passa da 5 anni a 8. Inoltre, chi ha violato le regole di utilizzazione dell’impianto sportivo, rischia da uno a tre anni. La condotta violenta di gruppo (“Daspo di branco”), in Italia o all’estero, è passibile di una pena della durata minima di tre anni. Scatta l’arresto differito anche nei casi di incitamento all’odio razziale.
La durezza della punizione per i daspati recidivi si tramuta in sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, un provvedimento riservato anche agli indiziati di appartenenza ad organizzazioni di stampo mafioso o terroristico. E’ passibile di daspo anche chi è denunciato o condannato per delitto contro l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica. Reclusione fino a sei anni e fino a nove nei casi in cui si accerta che la ‘combine’ abbia alterato il risultato del concorso pronostici (scommesse). Pene pecuniarie per gli stessi casi di illecito sportivo.
Le altre novità si prefiggono di venire incontro alla parte sana del tifo: l’acquisto dei biglietti sarà possibile anche da tablet e smartphone fino a pochi minuti dall’inizio della partita, la possibilità per chi possiede la tessera del tifoso di portare allo stadio due persone che ne sono sprovviste e infine, una politica di sconti per under 16 e over 60 insieme a pacchetti speciali per famiglie e stranieri.
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